Sono arrivata a Tokyo.
Nei prossimi giorni sarà un delirio linguistico per me: nel mio cervello si è innescato il frullatore di parole (anche a causa del jet lag) e sto sproloquiando in italiano inglesizzato con tocchi di intercalare giapponese.
Sono felice di essere tornata, ma già ho cominciato a tartassarmi rivisitando i posti che ho molto amato durante i sei mesi trascorsi qui nel 2006, in modo da innescare sottili conflitti assortiti tra ricordi e cose che non ci sono più. E il tal bar non c'è più, e la tal libreria neanche...
Penso che sia una maniera per distrarmi dall'ansia degli impegni dei prossimi giorni: nelll'ambito della conferenza IMC 2014 terrò uno short talk sabato 13 settembre su un argomento nerdissimo (l'estetica giapponese nella descrizione dello spazio nelle stampe ukiyo-e), avrò una stampa mokuhanga esposta in una mostra (International Mokuhanga Exhibition 2014) e poi parteciperò a un open portfolio mostrando alcune stampe mie recenti in un gruppone, insieme ad altri artisti. Sarà tutto un mostrarsi, un esibirsi, un far vedere ed è questa la bestia che dovrò domare, il mostro del mostrare.
Tuttavia il motivo centrale di preoccupazione è il mio inglese smandrappato, delle volte mi sembra di essere fantozzi in trasferta... di tutte le cose che metterò in mostra, il mio inglese appiccicaticcio sarà quella che mi piace di meno. Staremo a vedere.
Per ora mi sparo la melatonina altrimenti con il jet lag chi dorme più? Bonne nuit (massì, mettiamoci anche il francese, nella zuppa!!!)