Rieccomi sul blog. L'ho lasciato orfano a settembre, presa dai gorghi della xilografia giapponese e dello spaesamento di essere tornata nella amata Tokyo. La conferenza è stata un successo: non solo la mia lettura è andata benissimo nonostante il mio inglese da strapazzo, ma la mia stampa mokuhanga, che partecipava alla mostra collegata alla conferenza, è stata inserita nel gruppo dei 10 finalisti (era una mostra a premi...).

Alla fine, siccome di 10 ne venivano premiati 8, purtroppo non sono stata inserita tra gli 8, tuttavia l'incoraggiamento e la soddisfazione di questa nomination sono stati grandissimi!
Appena tornata dal Giappone avevo in mente un programma di cose da fare che, come sempre, è stato scompigliato dalla realtà: sono stata chiamata a fare da supplente di Italiano in una scuola media qui a Milano e il lavoro con i ragazzini della classe che ho seguito, una prima media, mi ha assorbita fino al midollo.

Tornare a insegnare dopo l'Accademia è stato bellissimo, sono maturata come insegnante e mi sono divertita molto, anche perché la classe di questi nati nel 2003 aveva caratteristiche di intelligenza, capacità di apprendimento e di relazione totalmente impensabili rispetto ai ricordi che avevo io delle medie.
Con i ragazzini, oltre al programma istituzionale, ho svolto un piccolo corso di fumetto, mezzo espressivo che unisce scrittura e disegno e permette l'apprendimento sotto la forma del gioco: ho ottenuto ottimi risultati, notando anche come i piccoli adorino osservare un adulto che disegna (ho disegnato alla lavagna e sui fogli per spiegare i tipi di nuvolette e come costruire i personaggi).
Ieri, 5 dicembre, ho terminato la missione scolastica e adesso sono qui che spacchetto i miei acquisti giapponesi, che non ho ancora iniziato a usare perché in questi due mesi ho pensato quasi solo agli studenti e all'insegnamento.
Ho in mente diversi progetti xilografici, nei prossimi giorni mi metterò al lavoro. Unica distrazione artistica di questo periodo è stato un bel corso di pittura giapponese che ho seguito qui a Milano e durante il quale ho imparato a usare l'inchiostro sumi in modo approfondito, sfumato e molto più complesso rispetto a quello che facevo prima (lo usavo solo come nero pieno e solo per la scrittura o per la xilografia). Sto per chiudere un anno densissimo, pieno di cose imparate e insegnate, durante il quale ho iniziato a lavorare in gruppo, a parlare in pubblico con padronanza, a esprimere le mie idee e a comprendere il concetto di comunicazione. Sono un po' stanca (mentre insegnavo a scuola ho anche perso la voce e poi ho sostenuto i colloqui con i genitori, un momento delicatissimo perché richiede la necessità di giudicare le persone e allo stesso tempo di essere distaccati, nel tentativo di evitare che un giudizio tecnico diventi un giudizio personale), ma dormendo sono sicura che recupererò presto.