mokuhanga_Awaji and me

Featured on Saatchi Art catalog Spring 2017

Sono deliziata di essere stata inserita nel catalogo cartaceo Saatchi Art Spring 2017, con una stampa mokuhanga del 2013, intitolata So-No-Shin 1.


Pubblico previsto per il catalogo: 250.000 clienti, amanti dell'arte e collezionisti, la platea più vasta che un'opera da me realizzata e pubblicata su carta abbia mai raggiunto (e infatti comincio a sentirne i benefici :)
Ovviamente del catalogo esiste la versione on-line e si trova a questo indirizzo
https://www.saatchiart.com/catalog
Chiunque lì fuori voglia fare un acquisto, vi piace questa stampa, la volete a tutti i costi perché è densa di significati estetici e di connessioni con il pensiero giapponese: manifestatevi e sarete bene accolti, sia attraverso il sito che scrivendomi in privato (elettrag_______chiocciolona_______iol.it, sottraendo gli underscore e la parola "chiocciolona")!

mokuhanga_Awaji and me

LALLAZIONE (ovvero i miei progressi artistici regressivi)


Dall'ultimo post sono passati tre anni e, ovviamente, nel frattempo di cose ne sono accadute parecchie (per dire, ho comprato casa e ho compiuto 50 anni), soprattutto sul fronte artistico.
Siccome non ho voglia di fare lunghe ricapitolazioni, parto ex abrupto e ex novo con quel che sto facendo adesso.
Questo qui sopra è uno dei nuovi lavori a cui mi sto applicando: segni liberi, scolamenti coloristici, graffiature a matita. Ho iniziato a farli per caso, in un momento di fatica comunicativa con gli studenti a cui insegno Latino, quando mi sono accorta che i discorsi rifiniti, le frasi corrette, i concetti esplicati possono non avere nessun significato anche se sono strutturati sintatticamente e fonati correttamente se chi li dovrebbe ricevere non si presta alla ricezione. Allora mi sono detta: ma perché devo sbattermi a cercare la perfezione espressiva, se poi vengono percepite macchie concettuali, brani e pezzetti, spizzichi e bocconi? E poi: se questo meccanismo di miscomunicazione si verifica nel linguaggio verbale, perché non potrebbe essere applicato a quello visivo?
Ecco qui la conseguenza: per ora basta linee chiuse, significati rotondi, tutto detto e tutto dato. No: la cucina offre segnali, gesti, fiammate; chi guarda capirà comunque un messaggio suo, non ne servirò ulteriormente uno mio preciso e limato.
Si sente che allo scoccare dei 50 mi è scattata l'anarchia?
mokuhanga_Awaji and me

YUHUUUUUU!

Forse, ma forse, mi è tornata la voglia di postare. FaceBook ha sostituito per un lungo periodo il luogo dove mostrare alcuni selezionati cavoli miei, ma attualmente è un posto talmente impestato di scientisti, pro-vaccinisti, fautori della sicurezza a forza, della medicina istituzionale sacralizzata e del giusto granitico, che mi è venuta voglia di tornare al mio diario libero e bello e cazzeggiare qua, in un soliloquio al mondo per me più piacevole rispetto ai battibecchi sterili che mi tocca subire (anche se io non partecipo) a causa di "amici" vogliosi di avere ragione a tutti i costi.
Qua si sta bene, avrò perso i tre follower che avevo ma non importa: non sapere chi c'è dall'altra parte dello schermo è meglio che dover capire che il tal amico che stimavi tanto è un coglione rifinito!
mokuhanga_Awaji and me

RESURFACE

Rieccomi sul blog. L'ho lasciato orfano a settembre, presa dai gorghi della xilografia giapponese e dello spaesamento di essere tornata nella amata Tokyo. La conferenza è stata un successo: non solo la mia lettura è andata benissimo nonostante il mio inglese da strapazzo, ma la mia stampa mokuhanga, che partecipava alla mostra collegata alla conferenza, è stata inserita nel gruppo dei 10 finalisti (era una mostra a premi...).
mokuhanga_exhibition

Alla fine, siccome di 10 ne venivano premiati 8, purtroppo non sono stata inserita tra gli 8, tuttavia l'incoraggiamento e la soddisfazione di questa nomination sono stati grandissimi!
Appena tornata dal Giappone avevo in mente un programma di cose da fare che, come sempre, è stato scompigliato dalla realtà: sono stata chiamata a fare da supplente di Italiano in una scuola media qui a Milano e il lavoro con i ragazzini della classe che ho seguito, una prima media, mi ha assorbita fino al midollo.

mokuhanga_conference

Tornare a insegnare dopo l'Accademia è stato bellissimo, sono maturata come insegnante e mi sono divertita molto, anche perché la classe di questi nati nel 2003 aveva caratteristiche di intelligenza, capacità di apprendimento e di relazione totalmente impensabili rispetto ai ricordi che avevo io delle medie.
Con i ragazzini, oltre al programma istituzionale, ho svolto un piccolo corso di fumetto, mezzo espressivo che unisce scrittura e disegno e permette l'apprendimento sotto la forma del gioco: ho ottenuto ottimi risultati, notando anche come i piccoli adorino osservare un adulto che disegna (ho disegnato alla lavagna e sui fogli per spiegare i tipi di nuvolette e come costruire i personaggi).

Ieri, 5 dicembre, ho terminato la missione scolastica e adesso sono qui che spacchetto i miei acquisti giapponesi, che non ho ancora iniziato a usare perché in questi due mesi ho pensato quasi solo agli studenti e all'insegnamento.

Ho in mente diversi progetti xilografici, nei prossimi giorni mi metterò al lavoro. Unica distrazione artistica di questo periodo è stato un bel corso di pittura giapponese che ho seguito qui a Milano e durante il quale ho imparato a usare l'inchiostro sumi in modo approfondito, sfumato e molto più complesso rispetto a quello che facevo prima (lo usavo solo come nero pieno e solo per la scrittura o per la xilografia). Sto per chiudere un anno densissimo, pieno di cose imparate e insegnate, durante il quale ho iniziato a lavorare in gruppo, a parlare in pubblico con padronanza, a esprimere le mie idee e a comprendere il concetto di comunicazione. Sono un po' stanca (mentre insegnavo a scuola ho anche perso la voce e poi ho sostenuto i colloqui con i genitori, un momento delicatissimo perché richiede la necessità di giudicare le persone e allo stesso tempo di essere distaccati, nel tentativo di evitare che un giudizio tecnico diventi un giudizio personale), ma dormendo sono sicura che recupererò presto.

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Secondo giorno: Ueno e Akihabara

Oggi giornata di pioggia, caldo e afa. Sono andata a Ueno, per capire dove si svolgerà la conferenza a partire da mercoledì. La sede, per questa edizione, è nella Tokyo Geidai University, che ieri e oggi ospitava un fantastico Student Matsuri, una festa degli studenti dell'Accademia di belle arti che qui a Tokyo comprende sia arti musicali che arti visive (giustamente, dirò io, l'arte non è mica solo disegnini, è anche canzoncine!)
Il bello della festa era che non c'erano solo opere esposte (sculture, disegni, opere tessili, grafiche e ceramiche): c'erano cibo, musica, canti, balli e casino! Bellissimo e rivitalizzante. avevo messo in programma la visita a un museo e invece sono rimasta per un bel pezzo a cazzeggiare al matsuri. Poi una mostra l'ho vista lo stesso: si tratta della prima mostra già inaugurata collegata all'International Mokuhanga Conference 2014 e intitolata "Mokuhan zomeki?". L'ho trovata molto in teressante perché mescola stampe antiche e moderne e finalmente spiega qualcosa della tradizione della xilografia in Giappone.
Per coronare la giornata, dopo un giro al sempre bellissimo Shinobazu pond, un laghetto pieno di enormi fiori di loto che sembra il Central Park di Tokyo, sono andata a rinverdire i fasti di 8 anni fa a Akihabara, la patria della nerditudine di Tokyo, dove ambientai anche una storia a fumetti di Myriam e Jasmine per Agenzia Incantesimi. Ma ormai i gashapon mi fanno un baffo, ne ho troppi ancora dal precedente viaggio, per cui a questo giro passo!
Serata chiusa con una capatina di rito al Family Maato vicino all'hotel, perché senza gashapon so stare, ma senza la Vitamin Water e i dolcetti di mochi e azuki no. Oyasumi nasai!
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LANDED

Sono arrivata a Tokyo.
Nei prossimi giorni sarà un delirio linguistico per me: nel mio cervello si è innescato il frullatore di parole (anche a causa del jet lag) e sto sproloquiando in italiano inglesizzato con tocchi di intercalare giapponese.
Sono felice di essere tornata, ma già ho cominciato a tartassarmi rivisitando i posti che ho molto amato durante i sei mesi trascorsi qui nel 2006, in modo da innescare sottili conflitti assortiti tra ricordi e cose che non ci sono più. E il tal bar non c'è più, e la tal libreria neanche...
Penso che sia una maniera per distrarmi dall'ansia degli impegni dei prossimi giorni: nelll'ambito della conferenza IMC 2014 terrò uno short talk sabato 13 settembre su un argomento nerdissimo (l'estetica giapponese nella descrizione dello spazio nelle stampe ukiyo-e), avrò una stampa mokuhanga esposta in una mostra (International Mokuhanga Exhibition 2014) e poi parteciperò a un open portfolio mostrando alcune stampe mie recenti in un gruppone, insieme ad altri artisti. Sarà tutto un mostrarsi, un esibirsi, un far vedere ed è questa la bestia che dovrò domare, il mostro del mostrare.
Tuttavia il motivo centrale di preoccupazione è il mio inglese smandrappato, delle volte mi sembra di essere fantozzi in trasferta... di tutte le cose che metterò in mostra, il mio inglese appiccicaticcio sarà quella che mi piace di meno. Staremo a vedere.
Per ora mi sparo la melatonina altrimenti con il jet lag chi dorme più? Bonne nuit (massì, mettiamoci anche il francese, nella zuppa!!!)
mokuhanga_Awaji and me

Primo giorno: ASAKUSA

A questo giro niente residence figo ad Akasaka: sto in un hotel a Inaricho, a poca distanza da Ueno e dalla sede della conferenza. L'hotel dista poco anche da Asakusa e quindi oggi pomeriggio sono subito andata a girellare tra le bancarelle della Nakamise dori e negozi circostanti. Dopo le ingozzate di 8 anni fa, quando tornai in Italia con bagagli stivati di cose di tutti i tipi, questa volta ho deciso di essere zen e di acquistare solo lo stretto necessario per il mio lavoro xilografico, quindi strumenti da intaglio, carta e colori.
Ad Asakusa pullulano le bottegucce tradizionali e infatti ho cominciato da lì per vedere se potevo riuscire a trovare casualmente le cose che mi interessavano, una maniera come un'altra per esercitare orientamento e intuizione. Infatti, dopo aver visitato il tempio della dea Kannon e aver estratto un omikuji della buona sorte, mi sono imbattuta in un negozio di spazzole e scope fatte a mano, gestito da una vecchietta e alcune altre signore. Mentre loro cercavano di mostrarmi gli spazzolini da denti in pelo di qualche bestia (cavallo? martora?) io ho subito captato la presenza di pennelli. l'anziana padrona ha visto dove cadeva il mio occhio e ha detto la parola magica: "mokuhanga"! esatto! nel negozio di scope, spazzole per scarpe e spazzolini da denti ci sono anche i pennelli, di varie dimensioni e in legno di cedro, per la xilografia giapponese! Sodesuné!
primo giorno , primo acchiappo! ovviamente non sono certa che saprei ritornare al negozio, dato che l'ho trovato a caso, tuttavia sono stata parecchio contenta di rinvenire cose interessanti e legate all'arte in un negozio di casalinghi vecchio stampo. Ma il Giappone è così, e per questo mi piace: arte e artigianato vanno pragmaticamente a braccetto. Chottooooooo!!!!
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TOKYO, TOKYO, TOKYO

Questo blog funziona bene per me tutte le volta che parto per un viaggio, negli ultimi 9 anni soprattutto verso il Giappone. Mi aiuta a tenere informati parenti e amici e a ricordare, dopo, cosa ho combinato giorno per giorno.
Ebbene, ricomincio ad aggiornarlo oggi, dato che sto partendo per il mio quarto viaggio in Giappone e, soprattutto, per il primo viaggio a Tokyo dopo la lunga permanenza del 2006.
Mi sento strana a ritornare, è come dover mettersi in contatto con un ricordo curato, amato, tenuto sempre vivo, che adesso si ritrasforma in realtà.
Inoltre, mi muovo verso Tokyo per partecipare alla seconda conferenza internazionale dedicata al mokuhanga (la tecnica xilografica giapponese che ho studiato a Awaji nel 2008), quindi in questo viaggio si sommeranno ricordi su ricordi su ricordi.
Comunque sono sicura che ogni conflitto nostalgico si scioglierà come neve al sole di fronte alle ciotoline di ceramica che troverò nei mercatini e di fronte alle porte del mega store di materiali artsitici Sekaido a Shinjuku.
Bene, ima kaite imasu! Chottooo!!!
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XILOGRAFIA A LODI, il filmino


Ho scoperto che, durante l'inaugurazione della mostra/concorso Biennale di Xilografia a Lodi, a fine marzo scorso, è stato girato anche un servizio video dove si possono vedere molte delle opere esposte (anche le mie) e la sede della mostra. Allora lo posto, giusto per rendere l'idea.
Le due xilografie mokuhanga che ho fatto io si vedono, ad esempio, al momento 0.22...
e_gorni02_lowe_gorni01_low

...e poi, in un passaggio, ci sono anche io che, ignara della registrazione, sono intenta a scartabellare il catalogo.
Enjoy!

P.S.: il 2 maggio 2005, ovvero esattamente 9 anni fa, questo blog nasceva con il primo post, che anticipava di qualche giorno la mia partenza per New York, dove rimasi per due mesi e dove cominciai la nuova avventura di printmaker! Ho un po' di nostalgia per quei momenti, anche se il questi 9 anni ho fatto talmente tante cose che non tornerei certo indietro, a parte il viaggetto a New York, cosa che farei subito e senza torcicollo come allora!
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SHARING DESIGN

Ecco la foto finale, scattata domenica 13 aprile, che raffigura una parte delle persone che hanno collaborato alla realizzazione dell'iniziativa Sharing Design, che si è tenuta alla Fabbrica del Vapore durante la settimana del Salone del Mobile.
sharing design by costanza ferme
foto di costanza ferme

Sharing Design aveva come motivo di fondo affiancare la più moderna tecnologia, quella delle stampanti 3D, degli inchiostri conduttivi, dell'interattività touch e oltre, all'azione manuale umana - quella più antica - degli artigiani, indicati con la moderna parola di "makers".
Per me sono stati cinque giorni "esperienziali": il fatto di avere co-curato una mostra (Orizuru) mi ha portato a esplorare aspetti organizzativi, relazionali e anche strettamente artistici nuovi e a provare in modo rinnovato il significato profondo di amicizia.
Ora, dopo alcuni giorni di riposo, dopo il mio compleanno, pasqua e pasquetta, dopo i bilanci e la soddisfazione, sono pronta a riprendere la mia attività in studio, forte della scoperta dell'utilizzazione della carta come materiale scultoreo.